HELD Collective

Schermata 2018-01-02 alle 19.16.39

Honoured to be a member of HELD Collective, an international collective of social & documentary photographers, officially launching January 1st 2018.
HELD Collective will provide global coverage of all types of visual storytelling, in every country that each photographer represents, bringing it into the real & tactile world with bi-annual zines and annual books & exhibitions in every country represented.
Also check HELD Projects for submissions.
Please follow us on https://heldcollectiveblog.wordpress.com and all social media.

NULLA DIES SINE LINEA

MUCCIA (MC)

Un anno dopo il sisma

Nessun giorno senza una linea, scriveva Plinio il Vecchio nella sua Storia Naturale; le stesse parole troviamo al nostro arrivo sulla facciata di una palazzina Liberty ai margini del paese di Muccia. Impossibile non pensare all’esercizio quotidiano di ricostruzione che attenderà i cittadini di Muccia nel loro sforzo di rientrare in possesso del loro mondo, che per la seconda volta in due decenni è stato scosso alle fondamenta, e ferito irreparabilmente.
Ci aggiriamo per un paese silenzioso, immobile, in cui il tempo è sospeso e lo spazio è svuotato di presenza umana da un intero anno.
Il Sindaco Mario Baroni ci accompagna attraverso i luoghi vuoti. Lamenta che le ferite del paese siano meno visibili rispetto a quelle di altri Comuni limitrofi, ma più profonde. I danni in apparenza sono meno drammaticamente evidenti, e Muccia soffre di una sottovalutazione della sua reale situazione, ad un primo sguardo superficiale. Eppure più del 95% delle abitazioni è inagibile. La zona rossa del paese coincide con il centro storico, con l’eccezione di un’unica casa rimasta illesa per la quale è stato predisposto un percorso apposito all’interno della zona rossa.
Ad un anno dal sisma, il Sindaco ha voluto riaprire la Piazza centrale di Muccia: una restituzione simbolica ai cittadini di un angolo vivo all’interno di un paese surrealmente vuoto.
Dei quasi 1.000 abitanti, una parte è sistemata in alberghi sulla costa, ma un’altra è riuscita a rimanere nei pressi del centro abitato: chi in capannoni industriali, chi in container. C’è anche chi si è rifugiato in collina, all’interno dell’Eremo del Beato Rizzerio, unico luogo risparmiato dal sisma, che offre l’unica possibilità di celebrare riti e funzioni religiose.
La sola prospettiva per Muccia è l’abbattimento di gran parte delle abitazioni del centro storico e la loro ricostruzione: nulla dies sine linea.

 

Fotografie e testi: Claudia Ioan & Massimiliano Tuveri per Lo stato delle cose, l’Osservatorio permanente nazionale dell’Italia del dopo sisma, dove potrete vedere la versione ampia del nostro reportage.

USSITA: E SOPRA LE CASE IL CIELO

Ussita (MC), 22 luglio – 29 settembre 2017

1_Ussita_Ioan&Tuveri

Avvicinandoci a Ussita, ci attende una surreale atmosfera di frontiera. Le strade sono controllate dai militari dell’Esercito, e giunti a Visso occorre fermarsi al posto di blocco e richiedere l’autorizzazione a proseguire.
Ussita è vuota, presidiata militarmente, chiusa in un divieto totale di accesso alla zona.
Dei suoi 440 abitanti, solo una decina di persone resta caparbiamente in questi luoghi. Vivono in poche roulottes concentrate in un piazzale antistante il cantiere in cui stanno sorgendo le SAE, le Soluzioni Abitative d’Emergenza. Tra queste persone vi è Patrizia, che solo di recente aveva deciso di tornare alle sue origini, a Ussita. Per iniziare una nuova vita, aveva trasformato la casa dei suoi genitori in un B&B, distrutto dal sisma.
La popolazione di Ussita è stata quasi completamente evacuata, e i pochi mezzi che circolano appartengono ai militari o agli impiegati del Comune, che si è riorganizzato in uffici incastonati a forza tra le montagne circostanti il paese, sotto un cielo limpidissimo.
Ussita è una realtà articolata, frazionata, diffusa sulle pendici di monti che prima del sisma rappresentavano una meta turistica importante, per la regione.
Il Comune è commissariato, e da giugno il Commissario Prefettizio Mauro Passerotti guida lo sforzo tangibile dei pochi cittadini rimasti per riappropriarsi di un futuro.
Numerosi sono i cantieri aperti per consentire la posa dei moduli abitativi, tanto più necessari per quanti hanno deciso di rimanere sfidando nei camper temperature che nel passato inverno hanno raggiunto i 15 gradi sotto zero.
La sfida è restituire ad Ussita i suoi abitanti.

 

Fotografie e testi: Claudia Ioan & Massimiliano Tuveri

_________________

Questo è solo un estratto dal reportage che abbiamo realizzato per Lo stato delle cose  (Osservatorio permanente nazionale di geografia sociale e documentaria dell’Italia del dopo sisma) e che potete vedere nella versione ampia, insieme agli altri nostri lavori, nel sito coordinato da Antonio Di Giacomo.

_________________

This is part of our reportage documenting the aftermath of the devastating earthquake occurred in Central Italy in 2016.

Officine Creative Italiane on assignment for Lo stato delle cose, a national project of social and documentary photography monitoring Central Italy one year after the 2016 earthquake.

FRAGMENTS INDÉCIDÉS

No man’s lands, green fragments within the urban space, on the boundary between man’s imprint and his absence. They are the product of the tension between the anthropic element and neglect, where nature silently regains possession of what man abandons or overlooks. Urban corners, sometimes invisible or daily assimilated by the eye, carriers of an acquired ordinariness of landscape: they do not even show the sign of a struggle between re-emerging biodiversity and the greyness of concrete, deteriorating but resisting.
“Fragment indécidé du jardin planetarie”: this is how Gilles Clément defined the Third Landscape, the undetermined fragment of the planetary garden consisting in the whole of the places given back to nature by man’s neglect.
Our vision aims at describing the shift along the city’s threshold affecting co-existing forms of life. This is the point of maximum expansion (and subsequent stop) of the urban element, but also of nature where it borders on concrete. Searching for intersections at the mutual end of the line of an illusory conquest.

 

 

Watch our video on YouTube

Photographs and text by Claudia Ioan and Massimiliano Tuveri

Represented by Doka Photography, an international Netherlands-based gallery committed to Fine Art photography and supporting photographers’ personal  vision.

Limited edition prints available here: Doka Photography