USSITA: E SOPRA LE CASE IL CIELO

Ussita (MC), 22 luglio – 29 settembre 2017

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Avvicinandoci a Ussita, ci attende una surreale atmosfera di frontiera. Le strade sono controllate dai militari dell’Esercito, e giunti a Visso occorre fermarsi al posto di blocco e richiedere l’autorizzazione a proseguire.
Ussita è vuota, presidiata militarmente, chiusa in un divieto totale di accesso alla zona.
Dei suoi 440 abitanti, solo una decina di persone resta caparbiamente in questi luoghi. Vivono in poche roulottes concentrate in un piazzale antistante il cantiere in cui stanno sorgendo le SAE, le Soluzioni Abitative d’Emergenza. Tra queste persone vi è Patrizia, che solo di recente aveva deciso di tornare alle sue origini, a Ussita. Per iniziare una nuova vita, aveva trasformato la casa dei suoi genitori in un B&B, distrutto dal sisma.
La popolazione di Ussita è stata quasi completamente evacuata, e i pochi mezzi che circolano appartengono ai militari o agli impiegati del Comune, che si è riorganizzato in uffici incastonati a forza tra le montagne circostanti il paese, sotto un cielo limpidissimo.
Ussita è una realtà articolata, frazionata, diffusa sulle pendici di monti che prima del sisma rappresentavano una meta turistica importante, per la regione.
Il Comune è commissariato, e da giugno il Commissario Prefettizio Mauro Passerotti guida lo sforzo tangibile dei pochi cittadini rimasti per riappropriarsi di un futuro.
Numerosi sono i cantieri aperti per consentire la posa dei moduli abitativi, tanto più necessari per quanti hanno deciso di rimanere sfidando nei camper temperature che nel passato inverno hanno raggiunto i 15 gradi sotto zero.
La sfida è restituire ad Ussita i suoi abitanti.

 

Fotografie e testi: Claudia Ioan & Massimiliano Tuveri

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Questo è solo un estratto dal reportage che abbiamo realizzato per Lo stato delle cose  (Osservatorio permanente nazionale di geografia sociale e documentaria dell’Italia del dopo sisma) e che potete vedere nella versione ampia, insieme agli altri nostri lavori, nel sito coordinato da Antonio Di Giacomo.

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This is part of our reportage documenting the aftermath of the devastating earthquake occurred in Central Italy in 2016.

Officine Creative Italiane on assignment for Lo stato delle cose, a national project of social and documentary photography monitoring Central Italy one year after the 2016 earthquake.